Il seguente articolo cerca di far luce, a grandi linee, sulle cose da sapere per scegliere un paio di cuffie o auricolari. Cercheremo di sviscerare sia i parametri tecnici sia altre caratteristiche come l’indossibilità ed il tipo di comunicazione con il vostro lettore MP3 o smartphone.
Contenuti dell'articolo
Con il passare degli anni si è cercato di migliorare la comodità d’uso di cuffie ed auricolari. Il design si è diversificato nel corso del tempo, sia da influenze di aziende come Apple sia da migliorie messe a punto con il passare dei decenni.
Innanzitutto bisogna scindere i mezzi su cui viaggia la nostra musica: il cavo e l’aria (senza fili).
La tecnologia col filo è uno standard accettatto in modo universale da tutti i lettori e smartphone (salvo alcuni rari casi, emersi negli ultimi tempi). Può comunicare tramite il classico jack da 3.5 mm oppure porte proprietarie: se nel corso degli anni ci si è uniformati al jack, aziende come Apple costringono all’utilizzo di adattatori. Negli ultimi anni si possono trovare in commercio cuffie che hanno il cavo jack intercambiabile, garantendo una durata maggiore rispetto al filo saldato.
In questo caso il cavo sarà sostituito dall’aria, dove la nostra musica viaggerà sotto forma di onde elettromagnetiche. Esistono vari tipi di tecnologie, ma la più diffusa è la Bluetooth. Questo standard si è aggiornato nel corso degli anni, portando migliorie in termini di qualità audio e distanza di trasmissione. Le varie versioni di bluetooth sono compatibili tra loro: quindi se avete cuffie con lo standard Bluetooth 4.2, queste possono essere collegate ad uno smartphone che possiede la versione 5.0 oppure la versione 2.0.
La novità principale presente dallo standard 5.0 è la tecnologia True Wireless Stereo implementata da Qualcomm: potrete usare gli auricolari come se fossero due entità indipendenti tra loro. Per esempio il Bluetooth TWS consente di usare un singolo auricolare, il che è utile quando si voglia avere un orecchio libero.
Esistono sul mercato anche le cosiddette cuffie “a radiofrequenze”, che sfruttano un trasmettitore proprietario, da collegare alla sorgente tramite ingresso jack, che trasmette il segnale audio tramite onde radio oppure onde infrarossi.
La differenza? Le cuffie e gli auricolari senza fili sono nati per liberarsi dal cavo, e quindi sono indicati per attività in movimento come il lavoro o l’attività fisica.
Il cavo invece ha dalla sua parte due fattori: non dipendere dall’autonomia di una batteria integrata ed avere una qualità superiore a parità di altri fattori. Infatti, anche se il nostro orecchio non può percepirlo, la mancanza di fili implica essere esposti ad interferenze ambientali; questo mai accadrà tramite l’uso del cavo, proprio perché è un mezzo di trasmissione fisico e non basato sull’aria.
Se siete un po’ sbadati e rompete le cuffie perché il filo si dissalda, potete optare per i modelli con il cavo intercambiabile. In questo modo il filo si sgancerà se si impiglia da qualche parte; inoltre potrete cambiarlo se si rompe del tutto.
Pertanto se non volete dipendere dalla batteria delle cuffiette e siete degli audiofili, consigliamo il cavo. Altrimenti se non avete tante pretese e soprattutto cercate tanta libertà andate sulla tecnologia senza fili.
In particolare consigliamo le cuffie “a radiofrequenza” se vogliate usarle su sistemi home-video, sia per ovviare alla mancanza della tecnologia Bluetooth sia per avere una maggiore protezione da eventuali problemi di latenza.
Comunque è possibile trovare cuffie (e non auricolari) che supportino sia il jack sia la tecnologia Bluetooth: in molti casi è un buon compromesso. L’unica pecca è che il peso sarà maggiore rispetto alle altre categorie, proprio perché saranno necessari un numero maggiore di componenti elettronici per funzionare.
A prescindere da come comunicano, gli auricolari sono suddivisi in due principali categorie:
La seconda categoria è poco conosciuta in Italia: forse per la nostra tendenza culturale a non abbracciare subito nuove tecnologie. Essa nasce con lo scopo di poter tenere le orecchie libere: infatti tornano utili in contesti dove è necessario ascoltare anche cosa accade intorno a noi.
La classica tecnologia in-ear, in particolare il supporto dei gommini, è la più economica e torna utile sia nel caso di attività fisica sia quando si cerca una riduzione del rumore ambientale. Al tempo stesso l’uso dei gommini può risultare scomodo, sia per la sensazione di occlusione sia quando usati ad alti volumi. Un piccolo esempio: l’uso per strada ci immergerà nella musica, portando a non poche difficoltà nel percepire il resto.
Le cuffie con archetto sono suddivise in due principali categorie:
La differenza nell’uso? Vale per il caso degli auricolari: il classico on-ear è consigliato quando dovete essere vigili su ciò che accade intorno a voi. Se invece volete usare le cuffie con lo scopo di isolarvi dal mondo esterno, le over-ear sono la scelta ideale!
Per i più audaci invece, cerchiamo di sviscerare (a grandi linee) le specifiche tecniche, valide sia per gli auricolari sia per le cuffie. Da adesso in poi le parole cuffie ed auricolari saranno usate come sinonimi.
Definisce l’insieme delle frequenze che una cuffia può riprodurre: si misura in Hertz (simbolo Hz). L’orecchio di una persona in buona salute può ascoltare le frequenze che vanno tra i 20 Hz e i 20000 Hz (o 20 kHz): pertanto delle buone cuffie devono rispettare questo intervallo. Si possono trovare anche range superiori a quello udibile: non è una presa in giro, e questo renderà il suono più corposo e quindi di qualità superiore.
Parametro accettabile: Intervallo tra i 20 Hz e i 20 kHz (o 20000 Herz).
Sì, è quella grandezza che trovate sui libri di Fisica 2 oppure di Elettrotecnica. Ma per chi non li ha mai aperti possiamo definirla come la capacità delle cuffie di trattenere una parte della corrente elettrica del segnale audio in arrivo dal vostro lettore preferito.
E perché dovrebbe evitare che il segnale audio, sotto forma di corrente elettrica, debba “passare tutto“? Oltre ad una questione di qualità sonora (soprattutto alle basse frequenze), tale valore consente di evitare che le cuffie “si sfondino” a causa di sbalzi improvvisi di volume. L’impedenza si misura in Ohm e potrete trovare il valore con affianco il simbolo Ω tra le specifiche tecniche.
In commercio si possono trovare cuffie con valori che partono dai 16 Ω e superare di gran lunga gli 80 Ω.
Auricolari a bassa impedenza possono essere molto delicati, soprattutto se di fascia base e quindi costruiti con materiali non pregiati.
In più bisogna considerare la potenza del proprio lettore musicale: se è di dimensioni contenute (pensate ad uno smartphone) può darsi che un’impedenza troppo alta non consenta di mostrare il vero potenziale delle cuffie, filtrando involontariamente alcune frequenze dello spettro sonoro.
Parametro accettabile: un valore di soglia sicuro per un buon paio di cuffie è tra i 32 e i 50 Ω. Se avete intenzione di collegarle all’impianto stereo di casa o al vostro PC, vi consigliamo di superare i 50 Ω per evitare che la loro vita si accorci di molto.
Stabilito un valore di corrente elettrica che proviene dalla sorgente (lettore MP3 o il vostro portatile), questo parametro indica quanto il suono può essere amplificato. Viene misurato in deciBel su milliWatt (simbolo dB/mW). Un alto valore di sensibilità indica un consumo minore di energia da parte di smartphone e lettori per far suonare le cuffie. Viceversa, una bassa sensibilità significa che le cuffie consumeranno più milliWatt (e quindi più energia elettrica).
Parametro accettabile: Essendo un parametro che dipende anche dalla sorgente, si consiglia di valutarlo se siete indecisi tra due o più modelli. Se li userete per il vostro lettore tascabile, più alto è meglio è perché assorbirà meno energia. Altrimenti se li userete vicino a computer desktop oppure TV potrete scegliere anche valori più bassi. Possiamo impostare lo “zero” della nostra scala di valore tra i 97 dB e i 100 dB, e valutare di conseguenza.
A volte molte aziende tendono a sottolineare questo parametro, ovvero il diametro del “corpo della cuffia” che consente di riprodurre le onde sonore. Questo parametro è abbastanza inutile per capire se abbiamo un buon prodotto tra le mani: in questo caso le misure non contano!
Pensate ad un paragone tra cuffie ed auricolari: è normale che le prime abbiano un driver più grande del secondo! Ma non è possibile paragonare, in termini di qualità, un paio di cuffie di fascia base con un paio di Apple AirPods.
Infatti la cosa migliore è la manifattura del driver e non la sua dimensione. Ma visto che la manifattura è molto influenzata dai costi, si può arrivare alle migliaia di euro per fare la differenza. Segnaliamo solo che i driver dinamici per le cuffie e i driver ad armatura bilanciata per gli auricolari sono i tipi più comuni.
Parametro accettabile: ignoratelo, visto che in questi casi conta “la sostanza” e non la grandezza. E bisogna spendere davvero tanto per driver costruiti con tecnologia di alto livello.
Oltre alle specifiche indicate sulla confezione, un paio di auricolari può avere un prezzo superiore ad altri perché supportato da tecnologie accessorie. Queste sono molte volte brevettate dalla casa costruttrice di un determinato componente interno alle cuffie, e quindi diventare un’esclusiva per chi le sceglie.
Le principali funzionalità che possiamo trovare nelle nostre prossime cuffie sono le seguenti:
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